A Bari, con uno sforzo organizzativo veramente titanico la Coldiretti ha realizzato un evento che rimarrà memorabile. Durerà fino al 1 maggio 2023 e catalizzerà l’attenzione di migliaia di persone. La organizzazione, già collaudata su scala più piccola da anni, fa così un salto di qualità mirabile. Decine e decine di autobus hanno portato da varie parti del sud frotte di clienti cultori del buon cibo mettendo a dura prova la pubblica viabilità. È evidente che il Comune di Bari ha una particolare predilezione per queste iniziative. Le dimensioni e la ricchezza dell’offerta inducono a chiedersi perché non sia stato realizzato prima e perché altri player (cioè altri produttori) non abbiano avuto la stessa opportunità di essere presenti sul pubblico suolo messo a disposizione della manifestazione. Non è noto però quanto sia costato tutto questo al contribuente cittadino, regionale, nazionale ed europeo né direttamente, né indirettamente; cioè non è dato sapere chi paga e quanto per la realizzazione di questo evento. Ma quel che più conta è che non si capisce perché queste cose non vengano tenute in Fiera. È stupefacente che nessuno si sia ricordato che esiste un posto, cioè la Fiera del Levante, che da un secolo è deputato a questi eventi; ed è stato edificato ed è stato mantenuto aperto con grande dispendio di mezzi pubblici proprio per evitare di rappresentare le nostre eccellenze per strada e dare loro una maggiore e migliore immagine..edifici della Fiera che sono stati utilizzati -anche se maldestramente- da commercianti di altre parti d’Italia ma non per i nostri!! Forse ci si è talmente abituati a fare come se non ci fosse che ci si arrangia come si farebbe se i padiglioni della Fiera fossero crollati per un cataclisma naturale. Oppure ci si è abituati a considerare le nostre produzioni di serie B? mentre quelle delle industrie e dei mercanti del Nord o estere sono forse ritenute maggiormente degne di essere rappresentate in Fiera? Non lo sapremo mai, certo è che la stragrande maggioranza delle nostre imprese non ha un vetrina stabile ove presentare e far degustare i propri prodotti neanche ai pugliesi stessi! Peraltro come si può vedere e toccare con mano l’offerta (pur limitata alle produzioni riconducibili ad una sola organizzazione di settore) ha un livello qualitativo e quantitativo che merita di essere ospitato non solo per strada ed essere indirizzata a mercati ben più ampi di quello locale. Né si capisce perché il suolo pubblico debba essere dedicato solo a quei produttori e non a tutti gli altri e alle stesse condizioni. Sembra che non vi sia la sufficiente autostima non solo dei rappresentanti politici ma anche delle stesse organizzazioni di categoria; quasi, quasi come se si volessero utilizzare i nostri contadini e trasformatori per una grande festa pubblica in contemporanea ai concertoni del primo maggio (panem et circenses della demagogia di altri tempi) per distogliere l’attenzione dei cittadini dal resto della vita pubblica che si sta mettendo molto male!!!
Alle volte a pensare male ci si azzecca!