Nel giorno della Festa dei Lavoratori il card. Zuppi commenta i dati preoccupanti sull’occupazione giovanile

Il Primo Maggio è il giorno dedicato alla Festa dei Lavoratori… ma diventa anche un momento per riflettere sul rapporto giovani e lavoro.La Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro lancia un messaggio d’allarme, con il Card. Matteo Zuppi, che commenta i dati preoccupanti sull’occupazione giovanile.Si parte dal triste primato europeo dei nostri giovani, 29% che non studiano e che non sono in formazione, e con l’abbandono scolastico che supera il 10%. Per non parlare poi dei contratti a tempo pieno, solo il 20% per i giovani, e dei salari bassi che è sotto i 9 euro netti l’ora per il 28% dei giovani.Dati scoraggianti che portano il Card. Matteo Zuppi a ritenere i giovani l’ultima ruota del carro sociale, fortemente penalizzati da questo mercato del lavoro. Si parla tanto di tentativo di ripresa ma con questi dati desolanti i giovani spesso preferiscono andare in altri paesi del mondo dove ci sono più prospettive incoraggianti.Bisogna reagire e non dare spazio alla rassegnazione. La Chiesa italiana, dal canto suo, si è impegnata in questi anni a sostenere i giovani con progetti vari, Economy of Francesco, Progetto Policoro, sulla formazione al lavoro e la nascita d’impresa.Nel messaggio della Commissione Episcopale s’invita a prendere sul serio “le aspirazioni dei giovani, le loro critiche all’esistente ed i loro progetti di futuro”. E suggerisce, come strategie per scommettere sul futuro dei giovani, di incentivare la formazione professionale, con percorsi formativi strettamente legati al territorio.Inoltre suggerisce il tema della condivisione, valorizzare cioè i beni della Chiesa con lo scopo di favorire opportunità lavorative per i giovani. In questo modo si andrebbe a valorizzare i giovani e conseguentemente a mettere in evidenza i beni ecclesiastici, con un beneficio per tutto il territorio.Ma il futuro dei giovani passa anche dai conflitti in atto in Europa e nel Continente che potrebbero degenerare, con prospettive catastrofiche per il mondo intero.Ed è stato proprio Papa Francesco a lanciare un nuovo appello al Regina Caeli a Budapest, per dare ai giovani “Un futuro di speranza, non di guerra… Un avvenire di culle, non di tombe… Un mondo di fratelli, non di muri”, rinnovando l’invito ai responsabili delle nazioni a “Costruire la pace”.

Marica Spadavecchia

Promo