Provvedere A Cercare Emozioni

Quanto significato c’è nella parola “pace”? Quante volte l’abbiamo sentita o usata nell’arco della nostra vita?

A me piace pensare che la parola pace sia un acronimo: Provvedere A Cercare Emozioni, emozioni da donare a queste incolpevoli famiglie che hanno la sola colpa di essersi trovate in mezzo a queste controversie. Alcune famiglie scappano lontano nella speranza di trovare un po’ di serenità, altre invece restano nascoste nei loro territori d’origine sperando di riuscire a rimanere in vita: ed è qui che secondo me entrano in campo le emozioni, per quelli che scappano e per quelli che restano.
Sono andato a chiacchierare con Chiara, operatrice del Centro Servizi famiglie Accoglienti di Mama Happy, da sempre impegnati, con professionisti esperti in psicologia dello sviluppo e delle relazioni familiari, a promuovere il benessere e la qualità della vita delle famiglie migranti tramite percorsi si sostegno atti all’accoglienza e all’integrazione.
Il loro scopo primario è alleviare i disagi di queste famiglie che arrivano sole e sperdute: tramite un’idonea mediazione interculturale cercano di attivare una rete di sostegno e accompagnamento prevedendo laboratori di prima alfabetizzazione, supporto scolastico, orientamento e formazione professionale offrendo così servizi di sollievo utili ad una crescita armonica e equilibrata.
Bisogna però riuscire a conquistare la fiducia di queste persone martoriate e dilaniate dal terrore che hanno vissuto: così i volontari cercano di mettere in atto vere e proprie esperienze di mutuo aiuto e di condivisione per accompagnare genitori, bambini e bisognosi nelle tappe più importanti della loro vita per permettere la giusta emancipazione del nucleo familiare e la relativa inclusione.
Per fare tutto ciò servono aiuti, volontari ma soprattutto persone che credono nella libertà, nella giustizia e nella democrazia.
Questi valori la nostra nazione li difende da sempre, in patria ma soprattutto in quei territori di guerra, grazie a tanti uomini e donne impegnati al di fuori dei nostri confini e che forniscono un contributo importante alla ricostruzione, alla stabilità e al mantenimento della pace.
Ho parlato con Paolo e Marianna, due militari che sono stati impegnati attivamente in queste missioni, nella formazione del personale di polizia e militare di altri paesi, nella lotta al terrorismo e nel contrasto all’immigrazione irregolare.
La missione di questi “angeli” è quella di creare un ambiente sicuro e stabile per tutte quelle famiglie che scelgono di non scappare; attraverso idonee ricognizioni si bonificano tutte le zone rese pericolose dalla presenza di ordigni esplosivi; si cerca di supportare i progetti di ricostruzione e di sostenere le operazioni di assistenza sanitaria; di favorire gli interventi di genio civile per effettuare lavori di pubblica utilità e addestrare il personale presente per controllare le linee del “cessate il fuoco”.
Questi soldati mettono a disposizione le loro competenze perché mossi da un obiettivo comune: controllare queste aree a rischio e riabilitarle agendo sulla tutela dei diritti umani considerata fondamentale per il mantenimento della pace.
Questo per me è raccontare la pace: cercare di insegnare a dimenticare l’odio e il sangue versato nelle guerre per dar vita ad un mondo di pace, concordia e benessere nella piena consapevolezza che trovare un accordo significherebbe ottenere benefici superiori alle sofferenze umane.

Rinaldi Pietro Nicola,  3^F Secondaria IC “Mazzini Modugno”, Bari

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