Ci scrive Piero Bongermino, un 32enne sposato e padre di due “bellissime principesse”.
Piero lavora presso una nota catena di elettrodomestici e nel tempo libero insegna ballo, essendo un istruttore di danze caraibiche, latino americani e social dance.
Ci scrive per raccontarci quella che lui definisce una “storia speciale”. Il racconto della formazione di un gruppo formato da circa cinquanta persone, uomini e donne, con età differenti che varia dai18 ai 65 anni.«Molte di queste persone -notizia Bongermino- hanno deciso di riprendere in mano la propria vita e l” hanno fatto iscrivendosi ad un apparente semplice corso di balli gruppo. Sentendo alcune loro storie di vita fatte di violenze domesticche, bullismo, depressione, gravi lutti come quella di una perdita di un figlio e malattie come il cancro e la leucemia ho deciso che volevo essere qualcosa in più per loro di un semplice istruttore ma soprattutto volevo fare qualcosa in più per portarli a credere di nuovo in se stessi».
Così un giorno Mario decide di girare un video, semplice e amatoriale, di una lezione di ballo social dance nello scenario bellissimo della gravina di Ginosa, paese pugliese di circa 23 mila abitanti in provincia di Taranto .Questo video postato sui social, in pochissimi giorni diventa virale.«La gioia nei loro occhi, l”entusiasmo nel leggere i commenti che la gente lasciava sotto il post mi hanno portato a crederci e fare sempre di più per loro», scrive Mario.
Qui nasce #ballandoperlacittà; un progetto no profit che punta a promuovere il territorio pugliese mettendo in risalto quelle che sono le tradizioni, la cultura, la storia , i prodotti tipici di questa regione attraverso il ballo inserendo e trattando anche dei temi sociali importanti.
Un video dietro l”altro girati in maniera sempre più cinematografica nei paesi più nascosti ma altrettanto belli della Puglia, hanno raccolto migliaia di visualizzazioni e condivisioni sui social.«Tv, radio e giornali locali uniti alla gente hanno parlato di questa iniziativa motivandoci a crederci sempre di più spingendoci a varcare i confini regionali ed arrivare a Roma percorrendo oltre 22 km a piedi ballando con i turisti nei punti più belli della capitale , indossando la famosa maglia di “inchiostro di Puglia”», prosegue.
«Le lacrime di gioia dei miei allievi e i loro volti -riferisce Mario – finalmente più sereni hanno fatto scattare un”altra molla dentro di me: girare un video in onore della regina della domenica, ma soprattutto l”idolo delle signore di questo gruppo ossia MARA VENIER . Sulle note della sigla di Domenicain “un giorno eccezionale” abbiamo girato un video nelle campagne pugliesi . Siamo stati protagonisti della raccolta delle olive simbolo della storia del sud e simbolo di unione e aggregazione tra le famiglie.La stessa Mara Venier insieme agli autori del brano, hanno apprezzato tantissimo e ripostato il video sui loro canali social superando le 65 mila visualizzazioni. Da lì la decisione di andare a Napoli e infatti, nel periodo Natalizio dello scorso anno, l”abbiamo fatto e abbiamo organizzato dei flash mob nei punti più importanti di Napoli. Anche qui siamo riusciti a coinvolgere napoletani e non e farli ballare insieme a noi . Al rientro da questo viaggio però , nel pullman sento qualcuno che parlava di Parigi e della Torre Eiffel come qualcosa di irraggiungibile». Bene, in quel momento, senza pensarci due volte, Mario si è alzato ed ha preso il microfono esternando quello che stava immaginando in quel momento cioè ballare sotto la Torre Eiffel portando L”Italia, la Puglia e il loro entusiasmo all”estero.
«Dopo 5 mesi con tante difficoltà ce l”abbiamo fatta. Il gruppo dal nome IL BALLO È VITA era a Parigi! Indossando il tricolore e sulle note di Monamour di Annalisa abbiamo ballato nella capitale più romantica del mondo!
Le lacrime di gioia, l”emozione toccata con mano dei miei allievi che non avevano mai preso l”aereo e non erano mai stati all”estero è stata qualcosa di incredibilmente bello che mi porterò per sempre dentro di me.Il video postato il 4 Maggio in un solo giorno ha raggiunto 5 mila visualizzazioni», spiega Mario.
Mario ha anche voluto spiegarci perchè ha raccontato questa storia al nostro giornale: «Vorremmo essere un esempio per chi ci guarda, per chi si sta lasciando andare, per chi pensa di aver toccato il fondo e non riesce più a risalire, per chi ha paura di mettersi in gioco pensando al giudizio altrui e non alla propria felicità. Vorremmo far capire che la vita è bella e va lodata e noi lo facciamo con la nostra passione. Vorremmo dire a chi ci guarda di credere nei sogni perché esistono a qualsiasi età; hanno solo bisogno di sapere che siamo coraggiosi».
MAURIZIO RANA