Mentre i media letteralmente “bombardano” i probabili acquirenti di auto, pressando per la svolta “green” sulla mobilità elettrica, le ricadute economiche su famiglie e collettività non tarderanno a farsi attendere.
E difatti iniziano i dubbi sulla reale sostenibilità economica – e non solo- degli incentivi statali diretti ed indiretti all’acquisto di auto elettriche, che -in qualche modo- gli stessi Stati che li promettono, dovranno introdurre al fine di compensare la perdita delle accise sui carburanti tradizionali, diesel e benzina.
Basti dare uno sguardo ad alcune opzioni programmatiche in “gestazione” in alcuni Stati europei ed occidentali in genere, dove il settore dell’automotive tradizionale inizia ad accusare il contraccolpo cagionato dalla e-motion, dapprima in chiave occupazionale, in seguito in chiave economico-sociale, e dove i Governi “sono a caccia” di soluzioni per compensare le accise sui carburanti tradizionali con le eco-accise.
Così -per fare un esempio- in Olanda dal 2026 verrà introdotta una tassa parametrata ai KM percorsi dalle auto elettriche, mentre in Norvegia, l’IVA sull’acquisto dell’auto elettrica passerà presto dallo 0 al 25% e verrà introdotta una tassa di 1€ per ogni KG di peso della vettura elettrica oltre i 500kg (notoriamente, le auto elettriche sono più pesanti di quelle a diesel o a benzina).
In alcuni Stati della federazione USA, si sta pensando di introdurre una tassa forfettaria in capo ai proprietari dei veicoli elettrici per la manutenzione delle colonnine per la ricarica elettrica e le strade.
Ma anche la sostenibilità “green”, ossia il “cavallo di battaglia” degli spot pubblicitari sulla e-mobility è posta in serio dubbio, poiché ci si inizia ad interrogare sui costi ambientali e non solo dello smaltimento delle batterie.
Cittadini, utenti, collettività sono avvisati…l’acquisto di un’ auto elettrica va ponderato.