Il giornalista è uno che dovrebbe informare correttamente. Invece spesso alcuni tendono a “formare” una opinione pubblica favorevole alle proprie convinzioni. Lo fanno perché ritengono di conoscere più cose della maggior parte dei cittadini e quindi si esprimono non tanto per informare ma per suscitare reazioni e convincimenti precisi; per fare ciò si omettono alcuni dettagli e se ne enfatizzano altri; si danno certe notizie e si tacciono altre; si da spazio a certi e non ad altri;.. ma quello che più piace per formare una pubblica opinione favorevole è impressionare e divertire il pubblico con veri e propri spettacoli con tanto di divi e di barzellette, musica ecc. ecc. Campione di questo sistema è la sinistra -ma anche gli altri vorrebbero fare lo stesso- sempre tutti convinti che quelli che ascoltano siano imbecilli o semplicemente poco appassionati a quei temi: l’importante è che siano molti.
Naturalmente lo spettacolo più della notizia produce moltissimi ascolti un po’ come il concertone del primo maggio che produce presenze pur passando per evento simil politico (mentre se si parlasse di lavoratori non andrebbe che una sparuta minoranza).
In questa ottica la radiazione (questo ci dicono che sia stata) del ligure Fazio e della torinese Littizzetto dalla Rai è certamente cosa buona ed è giusto che vadano ad offrire la loro opera in organizzazioni che la pensano come loro; mentre la Rai dovrebbe essere sopra le parti. Organizzazioni tanto ispirate che alle volte non esitano a mettere alla porta un giornalista vero reo di aver, per una volta, informato e non solo spettacolarizzato una notizia.
Chi fa spettacolo (un cantante come un presentatore televisivo) non dovrebbero far parte dell’Ordine dei Giornalisti e dovrebbero avere un proprio Albo a loro dedicato!
Ma la sostituzione di questi personaggi avrebbe un senso se portasse la Rai a dotarsi di una filosofia totalmente diversa da quella di tutti gli altri e più istituzionale. Sarebbe un progresso enorme per la nostra Italia se assieme alle radiazioni di personaggi oggettivamente di parte, si passasse ad una maggiore obiettività della informazione. Il fenomeno covid ad esempio ci ha regalato un caso macroscopico di disinformazione spesso ispirata dalle Istituzioni. Quello che sta emergendo getta un enorme discredito sulla Rai e sul suo servizio che oggi appare quanto meno parziale.
Purtroppo temiamo che l’imperativo degli ascolti continuerà a condizionare la gestione futura di tutte le TV e anche di quella di Stato e quindi passeremo da uno spettacolo ad un altro.. ed avremo perso tempo… fino a che la corda non si spezzerà.
CANIO TRIONE