Ancora un grande appuntamento, oggi alle 18, nella centralissima sede della Fondazione Tatarella e ad appena due giorni dal successo della presentazione a Bari, in anteprima nazionale del libro “Scoperte e rivelazioni – caccia al tesoro dell’arte”” l’ultimo lavoro di Vittorio Sgarbi che è forse il più imperdibile dei suoi saggi non fosse altro che per il suo valore pedagogico: un vero e proprio invito, se vogliamo, ad un cambio di paradigma di pensiero rivolto a tutti, al fine di sostituire alla cultura passiva e fatta di percorsi guidati, piuttosto l’ atteggiamento curioso proprio dei viaggiatori del “Grand Tour”, quando cioè l’Italia e i suoi tesori erano ancora un mondo pressoché da scoprire e rivelare. Né questo si può definire un percorso concluso, come ben rivela il libro attraverso l’esempio dei racconti personali dell’autore che -giusto perché da lui citato- non a caso nella ancora misconosciuta Giovinazzo (che ha portato addirittura agli onori di un’EXPO) ha trovato e poi assicurato alla sua Fondazione una ignorata e importante opera di scuola veneta ora fruibile per tutti. Impossibile non ricordare, a questo punto e sempre parlando di quella febbre di scoperta, un episodio non citato nemmeno nel libro e di cui siamo stati testimoni diretti: quando cioè, nel 2013, in una visita en passant attraverso le stanze del Comune di Bari sollevando quadri e guardando dappertutto, Sgarbi ri-scoprì una importantissima ma scomparsa tela di Roberto Melli, salva per miracolo dal saccheggio avvenuto nei depositi e letteralmente inchiodata su un termosifone di un corridoio, ma che ora, grazie a lui, fa bella mostra di sé, protetta e ammirata, nella stanza del segretario di gabinetto del Sindaco. Un episodio apparentemente fuori tema, ma che abbiamo voluto lo stesso ricordare perché perfettamente emblematico e inseribile nel solco impresso dal nuovo Governo, sia con i nuovi vertici del Dicastero forse più importante d’Italia, che con la nomina di Sgarbi a Sottosegretario alla Cultura. Un cambio di passo, peraltro, in cui la Fondazione Tatarella, con orgoglio tutto barese e pugliese, sta ritagliandosi un ruolo nazionale sempre più importante e credibile col suo lavoro di recupero di una cultura prima sommessa e sottovalutata, e non di destra come la si vorrebbe tacciare, ma cultura e basta. Quella Cultura con la C maiuscola, di tutti e oggettiva, ben differente da quella che non proprio a torto proprio il “Pinuccio” Tatarella cui è intestata la Fondazione, chiamava Kultura e, dicendola tutta, ancora imperante. Strumento importante verso questa «oggettività smarrita» la rassegna “Incontri d’Autore” quella che, ad appena due giorni dall’appuntamento con Sgarbi che ha riempito gli ampi spazi del Country Club, oggi alle 18 e nella centralissima sede di via Piccinni della Fondazione Tatarella (ma visibile in diretta streaming sulla pagina Facebook della Fondazione Tatarella) propone un altro titolo di annunciato successo: “Fratelli di Giorgia. Il partito nazional conservatore “. Di scena, stavolta, Salvatore Vassallo, direttore dell’istituto Cattaneo e professore di Politica comparata e Analisi dell’opinione pubblica nell’Università di Bologna, nonché autore di “Liberiamo la politica” (2014), e che ha curato il volume “Sistemi politici comparati” (2016) e, insieme Luca Verzichelli, de “Il bipolarismo asimmetrico” di prossima uscita e sempre quest’anno. Ancora un’anteprima che definire un evento non è esagerato, vista anche la presenza al tavolo con Fabrizio Tatarella, quale ospite e conduttore nonché vicepresidente della Fondazione, dei pugliesi Raffele Fitto, Ministro per gli Affari Europei, e Marcello Gemmato, Sottosegretario di Stato alla Salute. Enrico Tedeschi