Il grave disastro in Romagna di questi giorni ci riporta immediatamente al forte rischio alluvionale di Bari e del barese. Famose sono le alluvioni del 1905, 1915, 1926 e la più recente dell’anno 2005.
E’ ancora fervida la memoria dell’alluvione del 2005 che costò la vita a 7 persone fra la città e la provincia, oltre a danni enormi alle infrastrutture e strutture. Il treno “Eurostar” Taranto-Milano, deragliò a causa della frana del terrapieno, provocando 45 feriti. Ciò, nonostante la grande opera realizzata all’inizio del 1900 del cosiddetto “canalone”. Quest’opera è stata funzionale alla città per 80 anni circa, sino al disastro del 2005.
In questa circostanza emersero le gravi situazioni e nuove responsabilità createsi negli anni: Il torrente Picone è stato oggetto di profonde opere di urbanizzazione e i suoi alvei occupati dall’agricoltura. L’invasione edilizia abusiva delle bassure, dette lame, nelle quali defluiscono le acque provenienti dalle Murge per finire al mare attraversando la città di Bari.
Il disastro del 2005 fu addirittura contenuto grazie all’esistenza in periferia di Bari dell’ex cava Di Maso. L’ex cava, sulla cui sommità sorgono fabbricati di case popolari cui vivono centinaia di famiglie, si rivelò un vero argine a salvaguardia della città, grazie anche alla sua profondità di circa 30 metri. Ciò consentì di convogliare e contenerne all’interno le acque che, altrimenti, avrebbero invaso interi quartieri.
Fu molto chiara la pubblica denuncia dell’ex Sindaco, il quale addossò molte responsabilità dell’accaduto, alle opere abusive (molte o tutte condonate) di edificazione di interi abitati e sedi di aziende nelle bassure o lame che dir si voglia. Il medesimo sindaco annunciò che avrebbe liberato le “lame” dagli abusivismi al fine di scongiurare il ripetersi dei danni alluvionali alla città. Ad oggi tutto e rimasto invariato: i manufatti edilizi abusivi sono rimasti all’interno delle bassure, anche a rischio della vita degli stessi residenti oltre che di tutti i cittadini.
Molto stranamente nel marzo 2020 l’Amministrazione Comunale di Bari ha provveduto a mettere in sicurezza il sito “ex cava Di Maso”, rendendolo area naturalistica, con piantumazioni di circa 300 alberi. Non risulta siano stati presi provvedimenti relativi alla sicurezza anti alluvioni, conseguenti al disastro del 2005.
Questa preoccupante situazione che non fa presagire nulla di buono, ci ha suggerito d’inviare una interrogazione conoscitiva, allegata alla presente, al Dipartimento Protezione Civile Presso Presidenza del Consiglio dei Ministri; al Presidente Regione Puglia; al Direttore di sezione Protezione Civile Regione Puglia; agli Assessori Regione Puglia “Infrastrutture, Demanio e patrimonio, Difesa del suolo, Risorse idriche e Tutela delle acque” e “Ambiente, bonifiche, Vigilanza ambientale, Pianificazione territoriale, Assetto del territorio, Paesaggio”; al Sindaco Comune di Bari con delega alla Protezione Civile; all’Assessore Infrastrutture e Opere pubbliche del Comune di Bari; e per conoscenza del Prefetto di Bari.
Attendiamo fiduciosi le risposte dei succitati Organismi preposti ma, stante i gravissimi sconvolgimenti climatici in atto e in mancanza di precise indicazioni, saranno inevitabili una serie di iniziative popolari mirate ad ottenere gli interventi necessari a tutela della popolazione, del territorio e dell’ambiente.