Cinema e inclusione, le polemiche sono necessarie?

Da qualche giorno è in tutte le sale cinematografiche italiane il remake live action “La Sirenetta”. Per chi non lo sapesse per live action si intende un film fatto da attori “in carne e ossa”. L’ultimo film tratto dalla fiaba La Sirenetta è stato il cartone che salvò la Disney da un periodo dì crisi nel 1989. E la caratteristica principale che tutti hanno notato – e alcuni si sono pure infuriati – è il fatto che la Sirenetta è interpretata da una attrice di colore. Ma la Sirenetta non è l’unico live action della Disney. Infatti da qualche mese è disponibile su Disney+ il live action di Peter Pan. Come si può notare sono molto diversi dai film d’animazione fatti dalla Disney nei decenni precedenti: ad esempio nel live action di Peter Pan viene approfondito il personaggio di capitan uncino e nel cast dei bimbi sperduti, ci sono due attrici di colore e un attore con la sindrome di down. 

Alla scoperta della presenza nel cast di attori con etnia diversa dal classico originale, molti spettatori hanno scatenato polemiche. All’inizio ero dell’opinione che si potesse fare purché queste caratteristiche non fossero le uniche ad essere evidenziate, ma la mia idea è cambiata dopo essermi confrontato con 151eg, una persona che su internet tratta principalmente di cinema. Ora spiego perché.

Partiamo dal principio. Perché questa scelta della Disney? In molti pensano che lo faccia per essere inclusiva. Potrebbe essere che vogliano includere certe minoranze ma alla fine la Disney che ci guadagna? Ecco che entra in gioco il motivo principale per cui la Disney lo fa e forse anche lo impone. Ovvero che ci guadagna di più. Per esempio, se in un film ci sono protagonisti di colore, le persone di colore si sentono rappresentate. Questo vale per tutte le minoranze. Molti ne parlano, in alcuni casi fanno polemiche perché affermano che la trasposizione cinematografica tradisce l’opera originale. Prendiamo, per esempio, il caso del film “Peter Pan” che è stato criticato per le due attrici di colore nel cast dei bimbi sperduti. Nell’opera originale dì Peter Pan i bimbi sperduti sono solo maschi, ma chi l’ha detto che debba essere messo come dettaglio obbligatorio? Un’obiezione può essere: ma una persona di colore non può essere in una Londra per bene di inizio ‘900! Questo è vero, ma se tutto deve essere coerente con il romanzo originale allora, seguendo questa logica, anche il romanzo deve essere fedele alla realtà, ma questo non sempre accade. 

Cito un film che sicuramente farà discutere quando uscirà nel 2024: Biancaneve e i sette nani. Come sappiamo l’attrice che lo interpreterà sarà di colore, però questa cosa era già stata fatta nel 1943 in un cortometraggio della serie Merrie Melodies senza suscitare polemiche per il fatto che fosse di colore.

Alla luce di queste analisi penso che queste critiche che sono state mosse ai recenti live action per il cambio delle etnie non abbiamo assolutamente senso di esistere, poiché sono una libera interpretazione dello sceneggiatore, del regista o del produttore, indipendentemente dal successo al box office o meno. Sono scelte che rispecchiano la società di oggi, ovvero multi-etnica e sempre più inclusiva.

Nicolò Mastrolonardo, III A lsa, I.I.S.S. “Pietro Sette”, Santeramo in Colle (BA)

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