In una sala gremita, quella della Fondazione Finocchiaro,su via Dante a Molfetta, si è discusso di due grandi personaggi che hanno dato un notevole contributi alla storia:
Gaetano Salvemini e Giuseppe Di Vagno. Ci si è soffermato sulla loro attività di consiglieri provinciali e del ruolo che rivestirono.
L’ evento è stato organizzato dalla Fondazione Di Vagno preso
sala archivio Finocchiaro che ha aperto le sue porte ad un pubblico interessato e qualificato.
In preparazione del 150° anniversario della nascita di Gaetano Salvemini e a qualche mese dal Centenario della morte di Giuseppe Di Vagno, la Fondazione Di Vagno – in collaborazione con l’Associazione “Elena e Beniamino Finocchiaro – ha organizzato un pomeriggio di studi sull’attività di queste due grandi figure storiche in qualità di consiglieri provinciali. Gli eminenti relatori, moderati ed introdotti dal consigliere Angela Amato, hanno tenuto una conversazione sull’esperienza di Salvemini e Di Vagno nelle vesti di consiglieri della Provincia di Bari.
Tra il 1914 e il 1920, infatti, Gaetano Salvemini – intellettuale meridionalista già noto a livello nazionale e figura molto attiva nella lotta politica in Puglia – e il più giovane socialista Giuseppe Di Vagno, condivisero un’esperienza istituzionale sui banchi del Consiglio Provinciale di Bari dove rappresentarono, con accenti diversi, gli interessi delle masse contadine e le posizioni della sinistra politica.
Per ricostruire sia i loro interventi in aula, sia le interazioni tra l’uno e l’altro, sono stati presi in considerazione i verbali delle sedute del consiglio provinciale e altre fonti d’epoca.
Dopo i saluti di del sindaco di Molfetta Tommaso Minervini e di Angela Amato vicepresidente della Associazione Finocchiaro, sono intervenuti Gianvito Mastroleo presidente emerito della Fondazione Di Vagno e Mario Spagnoletti già docente di Storia contemporanea all’Università di Bari.
I due relatori hanno ribadito l’importanza che le fondazioni e le associazioni culturali si mettano insieme per promuovere pubblicazioni, borse di studio, iniziative comuni in modo tale da mettere in comune testi e documenti. È importante che anche la cultura faccia rete con il territorio in modo da sviluppare proficue sinergie.
E ora ascoltiamo un breve stralcio.
Paola Copertino