Vaccino anticovid si, vaccino anticovid no. Il prof. Francesco Fiordalisi:”E’ l’unica arma a disposizione per tornare alla vita normale”

I siti dei maggiori quotidiani internazionali hanno pubblicato la notizia di violente reazioni allergiche registrate negli Usa e in Alaska dopo la somministrazione della prima dose del vaccino Pfeizer. In un caso e’ stato necessario il ricovero in terapia intensiva, anche se poi la persona vaccinata e’ tornata regolarmente a casa. La notizia ha ovviamente creato perplessita’ anche in Italia dove il vaccino sara’ somministrato su base volontaria alle categorie piu’ sensibili (operatori socio sanitari, anziani, ecc) sin dagli ultimi giorni del 2020. I no vax, tradizionalmente contrari ad ogni tipo di vaccin,o hanno subito puntato il dito contro il “sistema” e le case farmaceutiche, ma noi abbiamo voluto sentire un esperto dermatologo ed allergologo per anni Aiuto presso la clinica dermatologica del Policlinico di Bari, il Prof. Francesco Fiordalisi.

Professore, ha letto le notizie dagli States e dall’Alaska? Che idea si e’ fatto?

Si tratta, evidentemente, di reazione allergiche di una certa importanza, in un caso di reazione violenta. I soggetti che le hanno accusate hanno dichiarato di non essere mai stati in passato interessati da questo tipo di patologia. Nella mia esperienza di vaccinazioni ai pollini se si aumenta la dose in qualche caso si registra una reazione allergica. Nella fattispecie dei soggetti cui e’ stato somministrato il vaccino anti covid sono un po’ perplesso: in tutti i casi si tratta di soggetti predisposti.

Allora professore puo’ essere rischioso sottoporsi al vaccino?

Facciamo due premesse: la prima e’ che queste reazioni sono state registrate in tre casi su, immagino, migliaia di somministrazioni del vaccino; la seconda e’ che l’esecuzione e’ affidata a personale infermieristico, ma come da protocollo alla somministrazione e’ presente un medico che sa bene come comportarsi in caso di reazione allergica o addirittura di shock anafilattico

Cioe’?

Somministrando immediatamente del cortisone o adrenalinici, e’ chiaro. Con questi provvedimenti di urgenza, difficile se non impossibile che la situazione possa evolvere al peggio

Professore, le case farmaceutiche hanno chiesto l’immunita’ penale per tutto quanto possa accadere. Non e’ sospetto?

I vaccini, come tutti i farmaci vengono messi in commercio solo dopo una valutazione di enti scientifici preposti (in Europa l’Ema) che ne valutano a priori la tossicita’, gli effetti collaterali, insomma che non siano nocivi per gli umani. Detto questo anche sui normali antibiotici le case farmaceutiche godono della franchigia penale.

Una domanda personale, ma lei si vaccinera’?

Certo, e spero anche presto. Lo considero un fatto di civilta’ e l’unico modo per uscire dall’emergenza perche’ i morti nel mondo e in Italia sono davvero tanti. Solo l’immunita’ di gregge ottenuta grazie al vaccino ci puo’ ricondurre alla vita normale. Ai danni dei contagi dobbiamo aggiungere i danni psicologici: quasi da un anno ci alziamo la mattina e controlliamo il nostro stato di salute, ad ogni colpo di tosse ci interroghiamo, abbiamo interrotto le relazioni sociali, insomma stiamo pagando un prezzo altissimo. Ecco perche’ e’ ora di tornare alla vita normale. Il vaccino al momento e’ l’unico mezzo che abbiamo a disposizione.

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