Bari e ristoranti, primo giorno di zona gialla con molti handicap

Il passaggio alla zona gialla rappresenta solo l’inizio della soluzione della crisi per ristoratori, gestori dei bar e aziende agrituristiche pugliesi. Vari sono i problemi che non consentono l’attività a pieno regime: per esempio la circostanza che sia a pranzo che a cena si può consumare solo all’aperto e il coprifuoco vigente è alle 22.

Ma andiamo con ordine: non tutti i ristoratori, come il popolarissimo Fra Bo’ (nella foto), dispongono di spazi all’aperto gli unici dove è consentito operare, E’ vero che il Comune di Bari ha reso possibile l’occupazione di uno spazio esterno corrispondente ad un posto auto, ma nella migliore delle ipotesi chi non ha altri spazi potrà ospitare solo otto clienti (sedici in caso di doppio turno), non sufficienti a coprire le spese fisse di personale, fitto, ecc. C’è poi l’incognita del tempo: in caso di giornate piovose o ventose che succede?

Gli agriturismi non hanno problemi di spazi all’aperto, ma hanno altri handicap: si trovano in campagna o comunque in posti non facilmente raggiungibili in giornata, a meno che non si tratti di weekend. Di solito in settimana lavorano la sera, ma il rientro alle 22 scoraggia gli avventori che devono calcolare il tempo per tornare a casa. Lo stesso problema è lamentato ovviamente anche da bar e ristoranti cittadini.

C’è infine il lo smartworking, diffusissimo nella pubblica amministrazione, che tiene le persone al lavoro a casa con la conseguenza che solo chi opera in presenza fa uno spuntino, prende un caffè, un aperitivo o consuma un pasto frugale. Già stamattina, nonostante la giornata soleggiata, i gestori si sono accorti del calo di presenze rispetto allo stesso periodo di due anni fa quando la pandemia era una parola per molti da consultare sui vocabolari.

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