Il G 20 barese


Non è la prima volta che la ospitalità barese lascia di stucco i potenti della Terra.

La perfetta ed ispirata organizzazione dell’evento ha trasformato una barbosissima riunione diplomatica in una specie di gita scolastica di cui i partecipanti conserveranno un indelebile meraviglioso ricordo. I temi e le ragioni dell’evento -se mai ci sono stati- sono stati messi momentaneamente da parte per visitare musei, degustare piatti locali, apprendere modalità di preparazione di orecchiette e panzerotti.

Per brevità si è fatta coincidere la rappresentazione della identità locale con l’ineguagliabile gusto di focacce e popizze, sgagliozze e polipi all’acqua loro. Così certamente non è -anzi la nostra identità è ben altro e non è solo storia ma anche presente e futuro- ma forse si è ritenuto che gli ospiti sarebbero stati rapiti più da queste cose che da complicate ed impegnative discettazioni.

Nessuno ha ricordato per fortuna che alcuni mesi fa le confezionatrici di tali prelibatezze -oggi al centro dell’attenzione dei media del mondo- furono inopportunamente attenzionate dagli organi competenti e rimproverate per non essere rispettose delle regole… né possiamo dimenticare che alcune delle camere d’albergo più lussuose e rappresentative della nostra città di cui i potenti oggi beneficiano, erano ricettacolo di colombi e topi quando erano di proprietà degli enti pubblici e sono ritornate al loro antico splendore grazie ad alcuni bancarottieri locali spalleggiati da banchieri, anch’essi locali, tutti sotto processo.

È veramente strano che le cose fatte sul filo della presunta illegalità (cosa peraltro da accertare) finiscono con l’essere ragione di vanto e di profitto per tutti tranne che per chi le ha fatte che invece viene rimbrottato! Non sarà questo l’aspetto più vero della nostra identità?

Al di la di queste considerazioni astratte siamo certi che i politici locali non abbiano dimenticato i risparmiatori baresi e italiani che hanno subito un rilevante danno economico dalla “spintarella” verso il baratro subita dalla maggiore banca del Sud ad opera della Commissione europea (come sancito dagli organi giudiziari europei) investendo della questione ufficialmente i Commissari presente a Bari.

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